Cari associati
prosegue il nostro percorso di approfondimento sui temi individuati con PV nell’incontro di aprile (ndr). Mercoledì 27 maggio abbiamo affrontato il tema dello SmartWorking in un incontro con il responsabile del progetto Andrea Iapichino, ed i colleghi di PV Giovanna Bellezza, Gabriele Pavani e Roberta Cavuoto, al quale hanno partecipato le rappresentanze di CNQ e NOID accomunate dall’interesse nel comprendere quale contributo di idee e di collaborazione sia possibile fornire nell’ambito del progetto.
L’obiettivo dell’incontro è stato quello di andare oltre i contenuti della presentazione, disponibile anche nella pagina dedicata della intranet, al fine di comprendere meglio lo scenario nel suo complesso ed i vari ambiti sui quali impatta. Cominciamo con il dire che in Italia l’8% delle imprese dichiara di aver adottato limitatamente ad alcuni settori o rami di azienda lo SmartWorking; fra le più note ci sono Vodafone, Barilla, Tetrapack, Microsoft, HP, ecc. ma nessuna di esse ha in italia le dimensioni di Telecom Italia, che sarebbe per questo la prima azienda ad adottarlo con un rilevante impatto sociale specialmente nella grandi città (ad es Milano con circa 6.000 colleghi coinvolti). Dunque per noi la sfida è più grande ed al contempo maggiore poichè maggiore è l’esperienza e la competenza che abbiamo sulle tecnologie abilitanti lo SmartWorking.
L’adozione dello SmartWorking per Telecom Italia significa definire/elaborare la strategia complessiva per la sua applicazione; applicazione che coinvolge tanti aspetti organizzativi dell’azienda, dal riassetto degli immobili e del loro disegno di interni in linea con le nuove modalità di lavoro, al coinvolgimento di stackholders come l’INAIL per la ridefinizione del concetto di sede di lavoro del singolo lavoratore ed i relativi impatti legislativi sulle coperture assicurative, piuttosto che sulla definizione di orario di lavoro giornaliero, nonchè l’introduzione per un lavoratore della possibilità di lavorare da qualsiasi luogo (per esempio, X giorni al mese anche da casa), cosa questa che richiede l’introduzione di nuove logiche di rapporto fra il lavoratore e l’azienda, inclusa soprattutto la misura della prestazione lavorativa.
Lo SmartWorking è un cambio culturale, con impatti operativi ed organizzativi, che ci chiedono una maggiore responsabilizzazione nello svolgimento della prestazione lavorativa, con il passaggio da una logica di “esecuzione di un compito” ad una logica di “raggiungimento di un risultato/obiettivo”, passaggio che si fonda sulla costituzione e sul consolidamento bilaterale del “rapporto di fiducia” fra azienda e lavoratore, con l’adozione di nuove regole e principi di etica professionale.
Questo cambio culturale va promosso e guidato attraverso interventi formativi indirizzati a capi e collaboratori, finalizzati alla comprensione del cambiamento ed alla sua adozione nel vissuto professionale quotidiano. Ad esempio la pagina sulla intranet dedicata al progetto, sulla quale è possibile esprimere le proprie considerazioni/idee, ha avuto circa 7.000 accessi in un mese, 33% dei quali circa si è mostrato scettico ed in particolare la metà di questi hanno dubbi sulla capacità di “cambiare cultura”.
Dunque gli aspetti che bisogna governare per realizzare lo SmartWorking sono vari e devono viaggiare in parallelo, ma al contempo vanno implementati un passo alla volta anche con step intermedi subottimali rispetto all’obiettivo finale. Il primo di questi, più vicino alla percezione di tutti, è il progetto 10 città (vedi allegato) che prevede la razionalizzazione degli immobili e degli spazi interni mirato sia alla riduzione dei costi per gli immobili che a migliorare il modo di lavorare e di conseguenza la qualità della vita del lavoratore attraverso una migliore ridistribuzione del tempo fra lavoro e vita privata.
Per affrontare il tema della razionalizzazione degli immobili e degli spazi interni si è partiti da un benchmarking internazionale sulle soluzioni adottate da aziende confrontabili per dimensioni e sono stati coinvolti anche Studi di Internal Design specializzati sulla progettazione di interni ai quali si è fornita come indicazione principale che le soluzioni proposte devono premiare la collaborazione fra le persone, consentendo a tutti di avere una postazione di lavoro (scrivania) di riferimento inserita all’interno di un ambiente in cui sia facilitata la collaborazione e la comunicazione fra colleghi anche di funzioni diverse, ma costantemente in contatto per lavoro, sia attraverso il contatto fisico che virtuale grazie all’utilizzo delle tecnologie. Al contempo vi saranno spazi nei quali si potranno svolgere sia riunioni di lavoro che attività individuali, piuttosto che condividere momenti di pausa con i colleghi.
Come si può comprendere da quanto detto il progetto è molto articolato e complesso, la definizione della roadmap completa di progetto è per fine 2015, e richiede tempo perché sia sviluppato completamente e adottato da tutti. A favore di questo cambio culturale concorreranno altre iniziative avviate da PV: il nuovo modello di leadership, la valutazione multirating, l’annunciato ricambio generazionale, tutti eventi i cui effetti si vedranno nel tempo.
Il nostro compito è raccogliere le opinioni, idee e proposte operative sul progetto fornite da tutti coloro che vorranno farlo trasformandole, valutandole ed organizzandole in contributi strutturati, da trasferire ai colleghi di PV che curano istituzionalmente il progetto, oltre il contributo che ciascuno di noi vorrá dare singolarmente nell’apposito blog aziendale nella intranet, ma comunque in un tempo circoscritto affinchè il contributo possa essere utile per contribuire alla roadmap definitiva.
Il lavoro continua ………
Alla prossima
Alessandro de Franciscis