Cari Colleghi,
ieri pomeriggio abbiamo partecipato al Convegno organizzato dall’Asati sul tema “Azionisti di minoranza per una Public Company”.
Probabilmente mai come in questa occasione si è parlato di Telecom Italia in un modo così immediato e diretto tale da coinvolgere “emotivamente” non solo i presenti in platea ma anche gli stessi relatori del Convegno.
Crediamo che questa sia stata un’unica occasione di confronto che “dobbiamo” immediatamente raccontarvi in modo trasparente e diretto: per questo riporteremo qui di seguito esclusivamente le parole che sono state espresse dai relatori, figure di spicco della politica e dell’economia italiana, senza alcun nostro commento o riflessione.
In apertura dei lavori l’Ing. Franco Lombardi, Presidente di Asati, ha evidenziato un importante recente pronunciamento da parte dell’advisor internazionale Iss (Institutional shareholder services), riconosciuto istituto di consulenza finanziaria mondiale che segue direttamente 40mila assemblee dei soci in 100 paesi del mondo.
Tale istituto ha esplicitamente invitato gli azionisti di Telecom Italia a sostenere la richiesta della Findim di Marco Fossati di revocare l’attuale Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia favorendo invece la presenza della lista Assogestioni nella futura governance del Gruppo Telecom. Iss ha altresì evidenziato il conflitto di interessi con Telefonica nella partecipazione in Telco soprattutto in relazione agli scenari di vendita prospettati sulla nostra controllata brasiliana Tim Partecipacoes.
La presentazione del libro “Goodbye Telecom” da parte dell’autore, Maurizio Dècina, è stata l’occasione per un sintetico ma completo excursus sui passati anni di mala gestione dell’azienda che hanno portato alla grave crisi finanziaria sofferta da Telecom Italia fin dai tempi della privatizzazione.
Di seguito quindi, secondo l’ordine temporale, riportiamo gli interventi dei relatori con i loro contenuti così come sono stati rappresentati alla platea dei presenti:
Roberto Opilio, Responsabile Rete del Gruppo Telecom Italia:
- In rappresentanza del nostro A.D., Marco Patuano, purtroppo assente per improvvisi ed inderogabili impegni legati alla preparazione del CDA del 5 dicembre (oggi), ha sottolineato lo sforzo che Telecom Italia sosterrà nel prossimo triennio per investire con ancora più decisione sull’infrastruttura di rete fissa che mobile.
- Impegno che già ci vede nettamente avvantaggiati rispetto ai concorrenti ma che, anche in un momento di crisi economica come l’attuale, prospetta un deciso incremento degli investimenti sia sulla rete fissa (con la progressiva implementazione della copertura nazionale della larga banda) che mobile (con un deciso incremento delle strutture a supporto dell’LTE). Investimenti necessari per rispondere alle richieste espresse da più parti sulla necessaria evoluzione tecnologica dell’infrastruttura di TLC del Paese che andranno, però, a parziale detrimento degli altri investimenti commerciali attualmente sostenuti dal Gruppo.
- Per soddisfare le necessità di rinnovamento del capitale umano di Telecom Italia Opilio ha comunicato che nei prossimi anni sono previsti importanti processi di assunzione di giovani ingegneri che oltre a portare nuove competenze saranno anche utili ad abbassare l’età media dei dipendenti
Marco Fossati, Findim, azionista di Telecom Italia:
- “il pronunciamento dell’Iss evidenzia come molti fondi stiano cambiando idea sull’attuale gestione dell’azienda e che di fatto stiano dimostrando un esplicito consenso alla revoca dell’attuale Cda di Telecom.
- il Cda di Telecom Italia si deve dimettere anche perché non rappresenta tutti gli azionisti: gli interessi evidenti di Telefonica si sono palesati nelle ultime scelte strategiche che hanno coinvolto l’azienda (vendita di Telecom Argentina, convertendo, progetto sulla dismissione delle torri)
- L’attuale management non è visionario, manca di strategia ed invece di crearlo ha distrutto il valore di Telecom, senza però addossare le colpe all’attuale Amministratore Delegato Marco Patuano: anche Steve Jobs non avrebbe potuto far nulla a causa del peso soffocante di Telefonica nelle scelte strategiche.
- Il nostro piano industriale non converge affatto con quello presentato da Marco Patuano e la cessione di Tim Brasil potrebbe compromettere seriamente il futuro dell’intero Gruppo Telecom.”
Franco Bernabè, ex Presidente del Gruppo Telecom Italia:
- “Non potevo condividere un progetto che non ritenevo opportuno. Per questo le mie dimissioni sono state un gesto di piena responsabilità personale prima ancora che manageriale.
- Il progetto che mi vedeva impegnato nella costituzione di una public company sostanzialmente indicava due azioni principali: da un lato rilanciare finanziariamente il Gruppo attraverso l’ingresso di un socio forte, economicamente sano, e dall’altro sistemare una volta per tutte l’assetto patrimoniale della società con un robusto aumento di capitale.
- La strada scelta invece non risolve i problemi di Telecom Italia perché se la fusione con Telefonica avvenisse nell’ambito di un vero progetto europeo di consolidamento dei grandi player delle TLc avrebbe un senso strategico anche per il Paese, ma il processo attuale invece rischia di portare ad un depauperamento di Telecom Italia ed alla sua riduzione a player nazionale.”
Vito Gamberale, A.D. del Fondo F2i:
- “Il ruolo di Telecom Italia per il Paese non ha pari nel resto dell’Unione Europea. Il gap infrastrutturale che l’Italia soffre rispetto agli altri paesi sarà ancora più evidente in occasione di importanti eventi di portata internazionale (quali i prossimi mondiali di calcio in Brasile) dove si manifesteranno i ritardi soprattutto nella Tv via cavo che di fatto oggi è privilegio in Italia di pochissimi fortunati.
- Telefonica, azienda gravata da debiti molto più importanti di Telecom Italia è in prospettiva un socio forte che arriverà, tramite la possibile centralizzazione della cassa, a finanziare lo sviluppo tecnologico spagnolo a scapito di quello italiano.
- Telecom Italia nonostante l’elevato indebitamento dimostra tuttora una solidità industriale invidiabile a livello europeo e per preservare questa importante realtà industriale l’unico vero progetto di sviluppo fino ad ora presentato è quello di Fossati.
- Il Governo italiano non può più far finta di nulla soprattutto in questa fase di consolidamento industriale europeo che certamente avverrà anche in Italia dove quattro operatori di Tlc sono troppi.”
Maurizio Gasparri, Senatore della Repubblica Italiana – Forza Italia
- “È arrivato il momento per il Governo Italiano di prendere chiaramente posizione e di esprimersi sul futuro di Telecom Italia. Dopo l’incontro tra Letta ed Alierta a Palazzo Chigi non sono emerse comunicazioni di alcun tipo e il Presidente del Consiglio Letta deve esprimersi e dire come la pensa.
- In un ambito di rilevanza strategica per il paese ed in occasione di accadimenti fondamentali per il futuro di un’azienda di rilevanza nazionale come Telecom la trasparenza è indispensabile e va pretesa
- La mozione bipartisan per arrivare al cambiamento della legge che prevede la soglia del 30% per l’opa obbligatoria costituisce uno dei mezzi attraverso i quali la politica vigilerà sulle prossime mosse che interesseranno il Gruppo Telecom”
Massimo Mucchetti, Senatore della Repubblica Italiana – Partito Democratico:
- “Il Governo Italiano deve farsi sentire, non può chiamarsi fuori da decisioni che impatteranno comunque sul futuro industriale non solo di Telecom Italia ma dell’intero Paese.
- Il consenso e la trasparenza sono aspetti indispensabili ed imprescindibili per operazioni di tale rilevanza e portata.
- La storia della Telecom di oggi purtroppo si è iniziata a scrivere quasi dieci anni fa dove le distorsioni del processo di privatizzazione erano già evidenti. Ed ogni pazienza ha un limite.”
Michele Azzola, Segretario della Slc – Cgil:
- “Chiediamo un intervento risolutivo del Governo a sostegno di un’azienda strategica per il Paese: per questo da domani il sindacato sarà presente a Montecitorio con un presidio a sostegno della mozione bipartisan “Mucchetti – Matteoli” per cambiare la legge sulla soglia dell’opa obbligatoria.
- La mancanza di visione che da anni manca in Telecom crea forti preoccupazioni sul fronte occupazionale: vorremmo capire come si farà ad assumere nuovo personale quando attualmente ci sono 36mila dipendenti Telecom in solidarietà
- Il piano presentato da Fossati è un piano che dà concretamente prospettive a Telecom mentre l’attuale gestione Telco-Telefonica sta portando ad un inderogabile lento declino di Telecom del quale qualcuno se ne dovrà assumere la responsabilità”.
Il convegno si è quindi concluso con la forte partecipazione alla discussione ed al confronto finale nel corso del quale è emersa da più parti la necessità di delegare a rappresentanza dei piccoli azionisti l’Asati, tramite conferimento di apposito mandato, in vista della prossima Assemblea degli azionisti del 20 dicembre prossimo.
Luca Bertone