Come sapete il 7 luglio il nostro AD ha presentato il piano strategico che disegna una radicale trasformazione della nostra azienda da Holding ad una nuova realtà industriale spacchettata in entità autonome.
La nuova TIM, se ancora si chiamerà così, sarà costituita da 4 entità indipendenti che vivranno sui rispettivi mercati, con autonomia operativa e funzionale.
In generale, i “must” del piano prevedono quindi il passaggio da gruppo ad una serie di società quotate, l’uscita completa di TIM dal capitale della NETCO, l’ingresso di fondi nel capitale delle singole entità, riduzioni di personale funzionali al nuovo assetto industriale delle varie società e la valutazione di un’alternativa qualora il piano sopra definito non andasse in porto.
Non intendiamo ripercorrere la descrizione dettagliata del piano che tutti conoscete, ma come Quadri, pur essendo fortemente allineati alle strategie industriali e finanziarie delineate dall’AD nell’ottica di rendere i vari business dell’Azienda sostenibili, intendiamo sottoporre ai nostri associati alcune considerazioni come frutto di analisi “tecnica” di quanto detto dall’AD.
Con estremo coraggio TIM intende percorrere una strada finora mai intrapresa dalle principali aziende di TLC ex incumbent, tutte con bilanci in utile e senza previste riduzioni di personale, che non hanno mai sentito finora la necessità di cedere la propria infrastruttura di rete fissa.
Il piano presentato inoltre, che traguarda industrialmente il 2024 e con effetti proiettati fino al 2030, rivela un orizzonte di analisi molto vasto, forse “troppo” vasto in un contesto economico – industriale – sociale in rapido ed imprevisto mutamento come quello in cui viviamo ormai da alcuni anni (es. Covid, guerre, crisi energetiche, siccità, etc).
Le ottimizzazioni di personale, previste principalmente attraverso strumenti volontari (es. uscite incentivate, riduzione dell’orario di lavoro), sono poi soggette ad accordi con le organizzazioni sindacali. Sarebbe importante sapere quali soluzioni alternative sono previste in caso di mancato accordo con dette organizzazioni.
Analogamente, la separazione sarà frutto di un accordo con CDP, Open Fiber, MacQuire, KKR con cui oggi TIM ha raggiunto un’intesa di massima ma i cui contenuti andranno consolidati entro fine Ottobre 2022: sarebbe interessante capire cosa prevede l’azienda in alternativa a tale mancato accordo strategico.
Inoltre i tempi previsti per il passaggio da Holding ad una serie di società sono comunque importanti: su questi incidono non solo le complessità “tecniche” di una separazione fisica della rete fissa, ma anche le complessità degli accordi commerciali per le interazioni tra queste società nascenti e la Netco. In altre parole, una variabile da tenere in considerazione in questo scenario è sicuramente quella del tempo visto che in pratica, quindi, le attività per la trasformazione sarebbero davvero tante e complesse.
Infine, data l’evidente reazione dei mercati finanziari alla strategia comunicata, sarebbe importante capire se l’Azienda ha una alternativa in difesa di una potenziale OPA (più o meno ostile) che a questo punto, dato il valore attuale del titolo, potrebbe essere esercitata a costi ridotti da parte di chi potrebbe, in questo caso, addirittura acquistare in un sol colpo tutto il gruppo TIM.
Per concludere, tutto quanto sopra è evidenziato avendo a riferimento un contesto politico italiano/europeo/mondiale stabile. Al momento, però, l’instabilità politica causata dalla recente caduta del governo e le elezioni anticipate potrebbe aprire a scenari finora non considerati nel perimetro del Piano presentato.