Nell’ultimo incontro per la delegazione CNQ erano presenti il Presidente M. Martinez, i Consiglieri Nazionali, T. Guidi, L. Bertone e U. Miletto, il Segretario Organizzativo A. de Franciscis e il Coordinatore Territoriale Nazionale F. Zaccarin; per la delegazione di HRO erano presenti la Responsabile delle Relazioni Industriali TIM (G. Bellezza), il Responsabile di Trade Unions (M.Pelliccia) ed il suo staff (C. Del Monte, A. Salzano).
La delegazione, per mezzo del Presidente, ha chiesto ad HRO di avere indicazioni sui possibili scenari evolutivi dell’azienda alla luce delle indicazioni sulla annunciata trasformazione societaria, con lo scorporo della rete di accesso e la nascita di due nuove società, e lo stato di evoluzione di tale processo di trasformazione. L’inevitabile impatto di tale trasformazione sul CNQ ha portato il Consiglio ad individuare una linea guida del processo di trasformazione dell’Associazione, con traguardo al prossimo biennio, che vede la crescita dell’Associazione da organo rappresentativo dei Quadri e delle Alte Professionalità di TIM a quello di Rappresentanza Nazionale di Quadri ed Alte Professionalità di tutte le aziende di TLC.
In riferimento alla trasformazione aziendale ed al ruolo istituzionale del governo, HRO ha indicato che al momento vi sono aperti tre tavoli di confronto
1) Tavolo Istituzionale richiesto anche dai sindacati sulla realizzazione delle infrastrutture 5G a valle della gara appena conclusa per la realizzazione delle stesse;
2) CALL CENTER – piattaforma contrattuale proposta di sindacati – Il mercato dei call center è presidiato da 7 grandi aziende per le quali il 40% del mercato è rappresentato dalle aziende di TLC che sono anche le uniche vincolate alla chiamata gratuita;
3) Appalti per tutte le tipologie, inclusi Call Center, soc. di rete, etc; in particolare per i Call Center si propone di adottare le tabelle retributive utilizzate per la PA che avrebbero elevato impatto sui costi.
La delegazione CNQ si è poi fatta portavoce del disagio e del progressivo incremento del distacco percepito fra Quadri/Alte Professionalità e Azienda dovuto al progressivo ridimensionamento di fatto del ruolo che i Quadri ricoprono in azienda, a maggior ragione in un contesto che ha visto una drastica riduzione dei Dirigenti, ma una contestuale forte riduzione delle posizioni di responsabilità ufficialmente riconosciute (con Auto o/e MBO). Sempre più l’azienda sembra di fatto confinata ai livelli organizzativi più alti (top, I e II livelli) senza condivisione e coinvolgimento degli altri livelli nelle strategie e nelle politiche di indirizzo, delegando di fatto questi ultimi a mere mansioni operative di esecuzione degli ordini ricevuti.
Per paradosso, in una fase dell’evoluzione aziendale che vede preclusa la crescita verso la Dirigenza all’ampia fascia di Alte Professionalità a causa dell’elevata età media e della riduzione delle posizioni organizzative, la qualifica di Quadro (di fatto quindi l’apice di carriera per tanti) sembrerebbe però contestualmente svuotata dei suoi contenuti/riconoscimenti organizzativi, con il parallelo ed incomprensibile proliferare però dell’assegnazione di ruoli di coordinamento professionale ai quali vengono delegate le mansioni gestionali/amministrative di colleghi anche di pari livello, senza che a ciò corrispondano però le giuste leve gestionali operative né tantomeno i giusti riconoscimenti individuali.
Sembra così di fatto evidente lo scollamento tra gli obiettivi aziendali, il loro raggiungimento ed il lavoro svolto, nonché i riconoscimenti concreti e motivazionali ai singoli. Da ciò ne consegue l’inevitabile percezione per le Alte Professionalità di “non essere parte di una squadra”, con la conseguenza di non percepire l’importanza del ruolo che ricoprono per il raggiungimento del risultato, diventando così poi molto difficile ottenere le sinergie necessarie a rendere efficace una organizzazione complessa come quella di TIM che ha bisogno del suo management intermedio per la trasmissione ed il coordinamento funzionale e territoriale.
L’Associazione, che grazie alla sua ramificazione nazionale di fatto esprime il “sentiment” percepito in tutte le aree funzionali e geografiche non solo dalle Alte Professionalità, ma inevitabilmente da tutti i colleghi di TIM, non può quindi che riportare un pesante stato di malessere e disagio dovuto, oltre all’incertezza strategica sempre più imperante, anche alla constatazione delle suddette disparità di trattamento esistenti tra il mancato riconoscimento degli sforzi di molti e le retribuzioni ed assegnazioni di benefit sempre più appannaggio di pochi .
In una situazione aziendale nella quale si chiede per l’ennesimo anno consecutivo il sacrificio della solidarietà a migliaia di colleghi, appare realmente demotivante per i dipendenti TIM assistere inermi a fugaci e costose apparizioni di top manager il cui costo per l’azienda è del tutto evidente a fronte di un contributo che secondo molti è invece ancora tutto da dimostrare.
In tale scenario aziendale sembra quindi che la regola “regina” sia diventata la disparità di trattamento.
Disparità che si rileva anche nelle dinamiche quotidiane; ad esempio, nello spostamento dei colleghi nelle “nuove” sedi aziendali, dove centinaia di persone si ritrovano in condizioni disagiate in sedi distaccate ed effettivamente spesso non consone al tipo di professionalità da svolgere, mal realizzando il paradigma dell’open-space che, gestito in una modalità massiva e senza differenziazione, ottiene solo il risultato di generare caos e conseguente, inevitabile abbassamento della produttività, portando i colleghi all’isolamento difensivo per poter lavorare (quasi ovunque attraverso l’adozione della cuffia pur non lavorando al Call Center, annullando di fatto ogni forma di dialogo con i colleghi vicini di postazione, pena il rischio di disturbare i tantissimi altri colleghi intorno). E, pur sembrando difficile da credere, ancora alla disparità di trattamento si fa riferimento dai colleghi quando si parla di altre sedi dove è invece ancora vigente il validissimo criterio logistico delle stanze, guardate da chi ormai vive in open space come uno dei benefit maggiori a cui si possa anelare. Senza parlare infine dei tanti problemi ancillari, ma fondamentali, che le nuove sedi stanno dimostrando di avere, dal sovraffollamento appunto, ai servizi di mensa, al ridotto numero di parcheggi associati alle lunghe distanze di percorrenza a cui si portano i colleghi. Su questo ultimo fronte, HRO ha accennato a CNQ che è allo studio un piano di moving basato sul criterio del CAP (Codice Avviamento Postale) di residenza, per cercare quindi di destinare i colleghi alle sedi più vicine a casa. Se ciò si riuscisse a realizzare almeno per la gran parte dei colleghi, quel senso di disparità respirato quotidianamente con buone probabilità si attenuerebbe, consentendo così a chiunque di avere anche dei vantaggi (così come lo stesso Lavoro Agile ha portato) da questa nuova organizzazione del lavoro che tanti disagi sembrerebbe aver arrecato.
Rispetto invece al tema della mancanza di riconoscimenti (posizionamento in struttura, benefit, MBO) e motivazioni, HRO ha indicato in circa 9.000 le Alte professionalità (7Q+7), pari ad un 20% circa del personale complessivo (Dirigenti circa 450,Quadri circa 3.500 e liv.7 circa 5.000) su un totale di dipendenti che a fine 2019 è stimato arrivare a circa 41.000.
Il personale di livello 7-7Q che svolge attività di coordinamento, dichiara quindi HRO, ammonta a circa 1.000 unità a livello di Gruppo (26% in Business ; 6% in Consumer; 5% in Staff ; 26% in Technology; 28% in Wholesale; 9% altre società del Gruppo) e le posizioni organizzative formalizzate ricoperte da personale di livello 7 – 7Q sono 550.
Per tutti gli altri le politiche di riconoscimento individuale delle competenze/capacità/ruolo svolto sembrerebbero venute a mancare anche a causa dei continui cambiamenti organizzativi che ancora sono in atto e che, ad es., hanno previsto un riassetto delle funzioni Business ed Acquisti che però, dichiara HRO, prevede la valorizzazione di giovani Quadri.
A tal proposito CNQ ha ribadito che questi numeri, pur rappresentando una realtà positiva per l’Associazione perché valorizzano la categoria dei Quadri inseriti in struttura, essendo questi in numero maggiore degli stessi Dirigenti, altrettanto però denunciano la delicata situazione organizzativa in cui versano i circa restanti 8.500 colleghi delle Alte Professionalità (tra cui circa 3.000 Quadri) anche se tra questi, 450 colleghi svolgono una attività di coordinamento, (al momento però non riconosciuta a livello inquadramentale né tantomeno dotata di leve gestionali o per cui è previsto alcun riconoscimento meritocratico).
Applicazione dell’art.4 della legge Fornero
Per il 2019 saranno presi nuovi accordi con i sindacati, tenendo conto anche delle eventuali modifiche alle norme pensionistiche che il governo promulgherà (es quota 100) e le modifiche che tali nuove norme porteranno alla legge Fornero, con particolare riferimento all’art.4 e alle sue modalità di applicazione rispetto alle nuove normative.
Varie
La delegazione CNQ ha poi rinnovato ad HRO la richiesta effettuata nei precedenti incontri di ripristino automatico dell’autorizzazione a tutti i Quadri all’utilizzo della macchina privata per gli spostamenti intra ed extraurbani, visto l’elevato numero di richieste all’Associazione determinate da esigenze di lavoro che implicano attività fuori dalla sede abituale. Tale esigenza, spesso venuta alla ribalta negli incontri sui territori con gli associati, è diventata oggi più critica vista la nuova regolamentazione delle auto assegnate ad uso promiscuo che ha ridotto drasticamente le stesse ai Quadri e date le caratteristiche del piano di moving, specie sulle grandi città, caratterizzato dalla inevitabile, ridotta disponibilità di auto in car-sharing in molte delle nuove sedi. HRO ha risposto che la richiesta, già esaminata in passato e finora mai accolta, verrà riesaminata. A tal riguardo, l’Associazione ha ringraziato le Relazioni Industriali del consueto impegno profuso fino ad oggi per la risoluzione di questa tematica, confidando di riuscire a raggiungere finalmente questo obiettivo.