Orario di lavoro
Innanzitutto buongiorno a tutti e grazie per essere venuti nella nuova pagina CNQ nella intranet ed aver commentato.
A beneficio di tutti proveremo a dare qualche ulteriore spiegazione che a questo punto si rende necessaria. Tre anni fa scrivemmo un comunicato, anche questo frutto di chiarimento con l’Azienda, che potete trovare alla seguente pagina del sito ufficiale dell’Associazione: http://www.cnquadri.it/index.php/55-l-orario-dei-quadri-e-dei-livelli-7-6 . In tale occasione chiarivamo quante timbrature erano chieste per definire l’orario di lavoro al personale con orario flessibile, se fosse necessario timbrare l’inizio e fine mensa o l’uscita di servizio con il tasto F3 ed, aggiungiamo oggi per rispondere a qualche collega, a chiunque ce lo domandò, dicemmo che convenzionalmente la durata della mensa per chi “mangia all’interno dei locali” e quindi non timbra per uscire a mangiare è ritenuta quella minima di legge, ossia 30 minuti, diversamente da quanto vale in caso di uscita dai locali dell’azienda.
Tutto, e ripeto tutto, però, come frutto solo di “autoregolamentazione personale”, ossia di calcolo che ognuno di noi si faceva da solo, e non di rilevazione aziendale. “Autoregolamentazione” che se non supportata dalle timbrature effettive di presenza in ufficio (cha aiutano a calcolare una parte dell’orario di lavoro, ossia le ore passate in ufficio) deve essere quindi dimostrata da ciascuno per altra via (ad esempio: vado fuori ufficio per una visita al cliente= lo posso dimostrare perché ho avvisato il mio responsabile che lo sa e che a sua volta lo può confermare; voglio stare più sicuro, tante volte il mio responsabile se lo dimenticasse? Gli mando una mail. Anche qui dipende dal rapporto fiduciario con il proprio capo, che appunto rappresenta l’azienda). Ribadendolo quindi a beneficio di tutti, ciascuno di noi si fa un calcolo personale di quante ore ha lavorato, ricomponendo a livello settimanale le 40 ore e 40 minuti minime (le 38 ore e 10 + la mezz’ora quotidiana minima di stop-mensa) sulla base però di una flessibilità giornaliera dove, in caso di uscita anticipata per motivi personali dall’ufficio rispetto alle ore che ciascuno di noi sta calcolando come effettivamente lavorate, si può recuperare nell’arco della stessa settimana.
In questo ultimo comunicato, che da qualcuno può essere ritenuto incompleto, in realtà si ribadisce che non cambia nulla rispetto a questo schema (che è quello di sempre e che in gran parte era stato ricordato nel comunicato di 3 anni fa) e che quindi la timbratura obbligatoria è solo una (per il collega che non ha i tornelli, l’azienda raccomanda di timbrare all’entrata ed all’uscita dai locali aziendali per motivi di sicurezza, così come ormai lo raccomanda ai dirigenti che prima non lo facevano; poi c’è chi lo fa e chi non lo fa, e questo è palese; noi che abbiamo i tornelli, a meno che non scavalchiamo come fanno per esempio i furbi per accedere alla metropolitana senza pagare, dobbiamo timbrare per forza per entrare ed uscire, e questo è “obbligatorio” quindi nel senso “fisico” del termine).
L’incongruenza tra le timbrature multiple richieste per entrare e uscire da un locale aziendale e la timbratura unica ai fini della rilevazione dell’orario di lavoro invece non esiste e, come scritto nel comunicato, spieghiamo di seguito perché: perché quelle timbrature dei tornelli, rilevate e registrate nei sistemi di ingresso, non sono “riconciliate” nel sistema di misurazione dell’orario di lavoro di colleghi 6-7-7Q, come invece accade per i colleghi da 1-5S. Ed in questo sta la timbratura unica. Unica come obbligo per la rilevazione della presenza in ufficio. E per questo è necessaria una autoregolamentazione, perché in alternativa al proprio comportamento, più o meno dimostrabile da ciascuno di noi, ma basato per l’azienda comunque sul rapporto fiduciario, l’azienda avrebbe solo i tracciati dei tornelli come controprova i quali, come scrivemmo già 3 anni fa, non fanno altro che rilevare la nostra “presenza fisica” in ufficio, che per molte professionalità o mestieri (dai venditori a chi fa riunioni fuori sede) non dimostrano il rispetto o meno dell’orario di lavoro, che invece si misura in termini di produttività da un lato e di ore minime lavorate (ed autocertificate) da ciascuno, tra presenza in ufficio e lavoro svolto fuori.
E per questo abbiamo chiesto che ci fosse data la visibilità di tutte quelle entrate ed uscite dai tornelli nella intranet: per consentire a ciascuno di “vedere” quanto tempo ha effettivamente lavorato all’interno dei locali e farsi i calcoli da solo. Prima, vedendo una sola timbratura, non riuscivamo a farlo a meno di tenere un foglio excel o andare ai rilevatori a muro a leggere il proprio badge e recuperare così le timbrature. E, visto che siamo Quadri ed Impiegati Direttivi, passare anche un solo minuto oltre il necessario a calcolare il nostro orario di lavoro sembra davvero deprimente. Il tracciamento di entrate ed uscite ci aiuta quindi a velocizzare questa procedura per essere sicuri di aver lavorato il giusto, diciamo “anche” in termini di orario. Ma tipicamente come categoria lavoriamo sempre oltre il minimo dell’orario e quindi il tema del momento non è quello di rispettare il minimo dell’orario (che sicuramente ciascuno di noi fa), ma di non eccedere, perché da Gennaio siamo in solidarietà dove vige il regime del lavoro senza straordinari (per noi, che lo straordinario non l’abbiamo, significa non lavorare oltre un “normale orario di lavoro”), perché dobbiamo tutti (sia noi che i nostri capi) imparare a lavorare senza quel vizio di presenzialismo che invece è ancora appannaggio di qualcuno, e perché ci dobbiamo riconvertire (e far riconvertire i nostri capi), finalmente, al recupero della nostra vita privata, in ottica di ribilanciamento work/life.
ORARIO DI LAVORO E SMART WORKING
Quanto precisato sopra non fa altro che aprire allo smart working, in particolare al prossimo pilota che ci vedrà lavorare da casa in una fascia oraria che va dalle 8-20 in cui il nostro modo di “attestare” la presenza sarà rappresentato dall’essere “on” su Messenger aziendale; questo sistema, lo anticipiamo, non sarà in alcun modo usato dall’azienda per conteggiare le ore effettivamente “presenti” al lavoro, e ciò varrà per tutti, non solo per il personale con orario flessibile. Si va quindi verso l’ampliamento di quel rapporto fiduciario che oggi sembra dimenticato, ma che non è mai scaduto di valore.
Come Associazione la nostra attività è stata proprio questa, parlando con le varie funzioni aziendali: rimarcare le regole del gioco che ci riguardano, frutto dell’armonizzazione tra la legge ed i regolamenti interni che l’azienda si è data. Ed abbiamo cercato sempre di chiarire con l’azienda, a beneficio di tutti noi, quanto il nostro lavoro si misuri per i risultati conseguiti più che per le mere ore lavorate, ma mai, e lo ripeto “mai” per quelle solo effettivamente “trascorse” in ufficio, di cui i tornelli sono la prova.
La legge poi parla di ricomposizione di orario a livello annuale? Niente di più corretto, in teoria. In pratica poi l’azienda, attraverso il regolamento interno, ci dice che abbiamo un numero minimo di ore di lavoro settimanale da rispettare ed a noi con orario flessibile consente di ricomporle a livello settimanale e non di effettuarle con vincolo giornaliero. Ha senso poi dire che per valutare la nostra attività la ricomposizione debba essere annuale? Dando un parere, la risposta è certamente positiva! Ma l’azienda si è data delle regole, e queste regole sono state il frutto di negoziazioni con le organizzazioni che ci rappresentano a livello di discussioni contrattuali. Come Associazione, rappresentando gli interessi professionali della categoria, abbiamo solo cercato di farle ribadire, di farle chiarire all’interno dell’azienda e ve le abbiamo riportate.
Se ci aiutate ad acquistare forza di discussione, probabilmente, venendo a far parte di questa associazione che poi è soprattutto la vostra (e mai esclusivamente la nostra), anziché limitarci a questo la prossima volta forse quelle regole saremo anche in grado di farle scrivere. I colleghi che lavorano nell’Associazione sono disponibili a chiarimenti personali. Contattateci liberamente. Ed iscrivetevi senza impegno alla newsletter per essere avvisati delle nuove notizie. Un saluto a tutti!